Domande frequenti sulla birra artigianale: fatti e curiosità interessanti

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La birra non è solo una bevanda: è una passione che diventa stile di vita. Gli ingredienti scelti con cura, le tecniche di fermentazione, le mani che trasformano materie prime in una creazione unica: tutto concorre a rendere la birra un’esperienza speciale di convivialità.

Da anni sempre più appassionati si avvicinano al mondo brassicolo con curiosità, ma anche con tante domande: come si riconosce una birra artigianale da una birra industriale? Cosa si intende con birra al doppio malto? Qual è la birra più alcolica del mondo?

Abbiamo risposto alle domande più frequenti sulla birra artigianale: un modo per arrivare preparati al prossimo brindisi, magari proprio durante una serata di degustazione!

Indice


Cos’è e quando nasce la birra?

In termini semplici, la birra è una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione di un mosto a base di cereali (solitamente orzo) aromatizzato con luppolo (una pianta a fiore).

La birra è una delle bevande più antiche prodotte dall’uomo: le prime tracce sembrano risalire a circa 7.000 anni fa sul territorio dell’attuale Iran, e diverse fonti scritte citano l’esistenza della birra artigianale oltre 6.000 anni fa in Egitto e Mesopotamia.

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Quali sono gli ingredienti fondamentali della birra?

Gli ingredienti sono pochi ma essenziali: acqua, malto, luppolo e lievito. L’acqua costituisce circa il 90% del prodotto finale, il malto (di solito d’orzo) fornisce gli zuccheri fermentabili, il luppolo aggiunge il gusto e il profumo, mentre il lievito trasforma gli zuccheri in alcol e anidride carbonica, dando vita a quella magia che ritroviamo nel bicchiere.

Ciascun birrificio interpreta questi ingredienti secondo la propria visione, giocando con temperature e ritmi di produzione, varietà di luppoli e ceppi di lievito per creare stili con profili sensoriali unici, soprattutto quando si parla di birra artigianale.

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Perché la birra si chiama così? 

Il termine italiano birra deriva dal tedesco Bier, che a sua volta ha origini nell’antica lingua germanica; l’Italia ha adottato questo termine nel Medioevo, in un periodo in cui si intensificarono gli scambi commerciali con i popoli del Nord Europa, dove la produzione di birra artigianale era particolarmente diffusa. 

In latino il termine utilizzato era invece Cerevisia, legato alla dea Cerere protettrice dei raccolti, e al cereale per eccellenza – l’orzo. Ancora oggi, infatti, in lingua spagnola e portoghese la birra si chiama cerveza e cerveja (in memoria dell’eredità latina).

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Come si produce la birra?

Tutto inizia con il malto d’orzo, che viene macinato e mescolato con acqua calda in un processo chiamato ammostamento. In questa fase, gli enzimi presenti nei chicchi d’orzo trasformano gli amidi in zuccheri fermentabili, dando origine a un liquido dolce (il mosto).

Il mosto viene poi filtrato e portato ad ebollizione: è qui che entra in scena il luppolo, l’ingrediente che aggiunge l’aroma tipico della birra e diverse proprietà conservanti. La bollitura sterilizza il mosto e permette l’estrazione degli oli essenziali del luppolo.

Dopo il raffreddamento, il mosto viene trasferito nei fermentatori e inoculato con il lievito: inizia così la fermentazione, la fase in cui i lieviti trasformano gli zuccheri in alcol e anidride carbonica. A seconda dello stile e della temperatura, questo step può durare da pochi giorni a diverse settimane: infine, la birra viene lasciata maturare e poi confezionata.

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Quanti tipi di birra esistono?

Esistono migliaia di birre, ciascuna con caratteristiche uniche di gusto, colore, aroma e corpo. È comunque possibile classificarle in base a tre categorie fondamentali, ovvero:

  • Birre a bassa fermentazione;
  • Birre ad alta fermentazione;
  • Birre a fermentazione spontanea.

Esistono poi stili ibridi che sfidano qualsiasi regola, come le birre California Common, che uniscono lieviti da birre Lager con fermentazioni ad alta temperatura, o le birre Italian Grape Ale, in cui il mosto della birra viene arricchito con uva da vino.

E se parliamo di birre artigianali, la creatività non conosce confini: accanto agli stili tradizionali si trovano interpretazioni assolutamente originali, come birre affinate in botte, aromatizzate con spezie, aromi o ingredienti locali.

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Quali differenze tra birre Ale e birre Lager?

La differenza principale tra una birra Ale o Lager va ricercata nel tipo di lievito utilizzato e nel processo di fermentazione.

  • Le birre Ale utilizzano lieviti ad alta fermentazione, che lavorano a temperature più alte (15-25°C) e tendono a conferire aromi fruttati e complessi. Tra queste troviamo le birre Pale Ale, IPA, Stout e Blanche;  
  • Le birre Lager utilizzano lieviti a bassa fermentazione che agiscono a temperature più basse (7-13°C) e producono un gusto più pulito, fresco e delicato. Pensiamo ad esempio alle birre Pils, Helles o Bock.
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Cosa si intende per birra doppio malto?

La dicitura “doppio malto” è legata a parametri specifici del processo produttivo: in Italia con “birra a doppio malto” ci si riferisce a birre con un grado Plato (contenuto di zuccheri nel mosto) non inferiore a 14,5 e una gradazione alcolica superiore al 3,5%.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, “doppio malto” non indica una birra fatta con due tipi di malto, né una quantità doppia rispetto alla norma. È un termine puramente legislativo, introdotto dalla normativa italiana per classificare le birre in base alla loro concentrazione di zuccheri nel mosto prima della fermentazione.

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Cosa significa IPA nella birra?

IPA significa India Pale Ale, uno stile di birra nato in Inghilterra nel XVIII secolo caratterizzato da un uso abbondante di luppolo e una gradazione alcolica medio-alta: il luppolo conferisce profumi intensi che spaziano dagli agrumi alle resine. Oggi le IPA sono tra le birre artigianali più apprezzate e reinterpretate, con varianti come le American IPA (più aromatiche), le New England IPA (più morbide e torbide) o le Double IPA (più forti).

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Cosa si intende per birra artigianale?

Secondo una legge del 2016, in Italia si considera “birra artigianale” quella prodotta da piccoli birrifici indipendenti, che non superano i 200.000 ettolitri di produzione annua e che non utilizzano processi di pastorizzazione o microfiltrazione.

A differenza della produzione di birra industriale, ogni birrificio artigianale cura ogni fase della produzione in modo diretto: seleziona ingredienti di qualità, sperimenta, affina ricette senza formule “preconfezionate”. Dietro ogni etichetta ci sono scelte mirate, identità ben definite e storie da raccontare: tale unicità rende ogni sorso un’esperienza unica.

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Come capire se una birra è davvero artigianale?

Controllando l’etichetta della birra: il birrificio dev’essere autonomo, ovvero non gestito da grandi gruppi industriali, ed offrire una produzione limitata (meno di 200.000 ettolitri all’anno). Inoltre, la birra artigianale potrebbe presentare particelle o sedimenti, in quanto non viene né pastorizzata né microfiltrata, e solitamente ha un gusto più intenso, aromi complessi e sapori distintivi, ottenibili solo con una ricetta artigianale.

produzione birra artigianale Viart

Come si fa a spillare la birra?

“Spillare” o “spinare” la birra significa versare la birra da un fusto o da una bottiglia nel bicchiere, seguendo una tecnica specifica per ottenere la giusta quantità di schiuma e preservare le caratteristiche organolettiche. La schiuma nella birra non è solo un dettaglio estetico, ma svolge una funzione importante: aiuta a proteggere la birra dall’ossigeno, preservandone così tutto il sapore e l’aroma, migliorando l’esperienza gustativa. 

Esistono diversi modi per spillare la birra: alla tedesca, alla belga, all’irlandese, e all’inglese, oltre a metodi specifici come la spillatura a carboazoto, a pompa o per caduta. 

Per spinare la birra secondo il metodo “standard”, bisogna innanzitutto lasciar scorrere il rubinetto del fusto per qualche secondo; si inclina poi il bicchiere a 45° e si fa scivolare la birra lungo la parete del bicchiere, raddrizzandolo gradualmente mentre si riempie. 

L’obiettivo è creare una schiuma compatta che ricopra circa 1/3 del bicchiere: è bene sapere che, in verità, un bicchiere con più schiuma contiene più birra di uno senza!

come spillare birra artigianale Viart

In quale bicchiere si beve la birra?

La scelta del bicchiere giusto può influenzare notevolmente l’esperienza di degustazione: per questo le diverse varietà di birra richiedono un bicchiere specifico. Ad esempio:

  • Il boccale (per birre Lager e Pils);
  • Il calice (per birre belghe e ad alta fermentazione);
  • La coppa (per birre belghe profumate);
  • Il tulipano (per birre ad alta fermentazione);
  • Il flute (per birre leggere e frizzanti).
degustazione birra artigianale Viart

Qual è la gradazione alcolica della birra?

In generale la gradazione alcolica della birra si aggira intorno al 4-6% di alcol in volume. Considerando però la varietà di birre artigianali sul mercato, questo dato può variare moltissimo, tra lo 0,5% e il 20% o superiori. Ad esempio: la birra più alcolica al mondo, la Snake Venom del birrificio scozzese Brewmeister, vanta una gradazione di 67,5%!

A parità di volume, è bene ricordare che una birra con gradazione alcolica più alta, sarà anche più calorica: in media una birra standard ha un valore energetico compreso tra le 30 e le 60 kcal per 100 ml (quindi una birra media da 400 ml contiene circa 120 – 240 kcal). 

provette birra artigianale test produzione Viart

Come si conserva una birra artigianale?

Per conservare al meglio una birra artigianale in casa, è fondamentale:

  • Posizionarla al fresco: la temperatura ideale per birre come Lager e Pilsner è tra i 4 e i 7°C; per birre come Stout o Barley Wine, meglio una temperatura tra i 10 e i 13°C;
  • Preservarla al buio: la luce diretta, sia solare che artificiale, rischia di compromettere il sapore della birra (meglio riporla in una cantinetta dedicata);
  • Conservarla in posizione verticale, soprattutto se si tratta di birre in lattina o con parti metalliche che potrebbe alterare l’azione dei lieviti;
  • Tenerla al riparo dagli sbalzi termici: la birra artigianale è un “prodotto vivo”, e ogni minimo sbalzo termico può influenzarne negativamente il sapore.
birre artigianali confezionamento birrificio Viart

Ami la birra artigianale? Gli eventi Viart ti aspettano!

Se queste domande e risposte hanno stuzzicato la tua attenzione, Viart ti invita a partecipare all’evento “Kahoot al Lucky Brews: una serata dedicata alle curiosità sulla birrificazione, in un ambiente caloroso e accogliente all’interno del birrificio artigianale che che da anni è punto di riferimento per gli appassionati di Vicenza e dintorni

La quota di partecipazione alla serata comprende: 

  • Visita allo stabilimento produttivo del birrificio artigianale Lucky Brews;
  • Degustazione di birre artigianali con cena in stile bavarese;
  • Serata di gioco Kahoot a tema birra;
  • Premio per i primi classificati.

Un’occasione per imparare, degustare e divertirsi in compagnia, scoprendo da vicino il lavoro dei mastri birrai e mettendo alla prova le proprie conoscenze brassicole.

Scopri l’evento sul sito e prenota il tuo posto! E se vuoi restare aggiornato su laboratori, degustazioni e tour esperienziali, dai un’occhiata agli altri eventi Viart in programma:

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